Aspiranti scrittori a caccia di idee
- la sindrome del foglio bianco -
Articolo a cura di - Fabiana Andreozzi
A chi non è mai capitato di voler
fermare su carta pensieri, emozioni, storie? È tutto chiaro nella testa, sembra
quasi la pellicola di un film e poi al momento di trascrivere su foglio le idee
si volatilizzano, sfuggono le parole e restiamo delusi a fissare questa pagina
bianca per ore provando rabbia e fastidio. Sicuramente è un destino comune a
molti, soprattutto qui in Italia, siamo un popolo che ha molto da raccontare,
figli di illustri padri che hanno battuto nella notte dei tempi queste stesse
strade prima di noi.
Non è tanto scrivere a
terrorizzare se la fantasia ci assiste quanto rendere i pensieri comprensibili
a chi poi li leggerà perché un libro è un ponte che collega due mondi
invisibili: quello dell’autore e quello dei lettori. Un libro senza lettori è
un orfano senza famiglia, un tesoro nascosto di cui si è persa la mappa per
raggiungerlo.
Non è tanto scrivere il problema
quanto rendere stimolante e avvincente la storia per catturare non il solito
appassionato lettore ma riuscire a far breccia nel cuore di chi non ama poi
tanto leggere… saper stregare questi lettori difficili è la più bella delle
soddisfazioni.
Non è tanto scrivere quanto
rendere musicale ogni frase come le note di uno spartito si armonizzano tra
loro in una magica sinfonia. In un testo le parole si aggregano formando
personaggi, scenari, intrecci in un crescendo di emozioni che ci sospingono
fino all’epilogo con il respiro trattenuto. Un libro è un passaporto per un
viaggio gratuito verso lidi impensabili, è quindi sacrosanto dovere dell’autore
rendere questo viaggio più piacevole e avvincente possibile.
Ma allora come si fa?
Di libri ne ho letti a iosa,
curiosa come sono non me ne sono fatta mancare nessuno (poi ve ne citerò
qualcuno) ma credo che non ci sia manuale che possa avere la pretesa di
insegnare a scrivere, credo che la scrittura debba nascere dal cuore, scusate
la romantica che è in me.
Ci sono autori, come Stephen
King, che di mestiere fanno gli scrittori e ogni giorno si obbligano a produrre
almeno un tot di battute. Ci sono persone, come me, che non amano definirsi
scrittori per non peccare di presunzione ma conoscono il potere catartico della
scrittura, scrivono da sempre e continueranno a farlo fino a quando sentiranno
l’esigenza di condividere con qualcuno il loro piccolo mondo. Tutti possono
scrivere se sentono improvvisamente questa molla di comunicare emozioni,
pensieri ad altri. Perché la prima spinta è proprio quella di fermare una
storia su carta che voglia comunicare qualcosa a chi un giorno potrà leggerla.
Non si scrive per il virtuosismo di scrivere, né per diventare un giorno
famosi, non si scrivono artifici sterili di parole private di emozioni.
C’è chi lo farà da subito in
maniera naturale come se la scrittura è parte di sé da sempre.
Ma nonostante la
naturalezza ci sono degli aspetti che vanno rispettati per assicurare alla
narrazione l’efficacia necessaria per portare il lettore alla fine del romanzo.
E non tutto può essere innato dentro di noi, ciò non significa neppure che
dobbiamo armarci di manuali strategici, può bastare semplicemente leggere,
leggere tanto tutto quello che è stato scritto e che ha segnato la nostra
storia finora.
Il mondo cambia, mutano gli ambienti, lo stile si affretta ma
quegli intrecci del passato restano immortali perché affondano le radici nella
nostra anima, in quei drammi che producono pathos al di là del tempo e dello
spazio, verità sacrosante, emozioni universali.
Scusate mi sono lasciata
distrarre ma per me la scrittura e la lettura sono un unico flusso inscindibile
l’uno dall’altro.
Torniamo alle idee da acciuffare!
È probabile che il problema di non riuscire a metterle nero su bianco sia il
fatto che siano più numerose della vita stessa che trascorrerete su questa
terra. Vi verrà voglia di fare un patto con il diavolo per diventare immortali.
Io continuo ad appuntare trame, idee di libri da scrivere ma il numero di libri
che sono venuti alla luce e sono conclusi è nettamente inferiore. A volte mi
capita di partire a razzo di avere le idee chiare e nitide e poi di restare
bloccata sul più bello perché ho perso l’ispirazione.
Ma da dove vengono queste idee?
Ci circondano e respirano con noi ogni attimo della nostra vita. Sono i nostri
pensieri, i ricordi che teniamo gelosamente nascosti, episodi divertenti che ci
fanno ancora sorridere, una parola che c’è balzata all’improvviso nella mente
insieme a un’ immagine potente, le emozioni che strisciano sotterranee. Parlare
di quello che c’è noto all’inizio è sicuramente più facile perché sarà utile a
rendere più credibile e reale la nostra storia. Per trascinare un lettore
dentro un libro lo scrittore deve saper trasformare anche lo scenario più
incredibile in qualcosa di possibile, farci sperare che possa capitarci un
giorno, farci sognare a occhi aperti di essere già lì insieme all’eroe a
compiere quel viaggio.
Viaggio spesso e mi innamoro di
altri posti e puff un attimo dopo sono lì con la mente a inventare nuove storie
che vivono e si alimentano in altre città, in altri luoghi. Ma è necessario un
forte spirito di ricerca per cambiare tempo e luogo. È più facile sicuramente
per un’aspirante scrittore parlare del mondo in cui vive, il suo ambiente di
lavoro, la scuola, la famiglia. Descriverà con occhi veri questi mondi senza
perdere credibilità. Un po’ come l’avvocato John Grisham diventato autore di
tanti best seller thriller.
Se il primo passo è cosa vogliamo
comunicare. Il secondo punto è trovare il modo di comunicarlo attraverso
personaggi e trama.
Decidere il luogo e il tempo dell’azione per aiutare il
lettore a immedesimarsi nella vicenda. È fondamentale catturare il lettore da
subito altrimenti dopo poche pagine, annoiato e stanco, abbandonerà il romanzo,
allora sarà importante dedicare attenzione all’incipit. Molto spesso partire in
media res è il migliore degli approcci perché ci trascina nel vivo della
narrazione, ci moltiplica domande e dubbi e ci spinge a continuare a leggere
per scoprire come si risolverà la situazione.
Una trama per avvincere deve
presentare un conflitto reale, emotivo per il personaggio che deve essere posto
di fronte a una scelta difficile perché il protagonista della vicenda parte in
un modo ma nell’arco della vicenda narrata deve crescere.
Come detto prima, gli intrecci
universali sono ormai stati battuti nella notte dei tempi. Se si osservano i
libri di oggi, è possibile rintracciare in molti l’amore tragico di Romeo e
Giulietta che a sua volta è stato tratto dalla tragedia greca di Piramo e
Tisbe, il conflitto di un Amleto, la gelosia di un Otello. Eppure se la radice
è la stessa e non sembra esserci nulla di innovativo, davanti ai nostri occhi
sembrano sempre libri diversi e incredibili. Perché è il modo di raccontare
proprio di ogni scrittore a rendere avvincente e ipnotizzante una storia già
detta secoli prima. È qui che si lega in maniera indissolubile giocare con la
nostra lingua. Ma per saper giocare sullo stile bisogna padroneggiare la
grammatica, la sintassi etc.
Bisogna scegliere il tono e lo
stile con cui raccontare la nostra storia che a volte è proprio di un genere
letterario. Di questi poi ce ne sono tanti e molti sfumano l’uno nell’altro. Ma
hanno proprie regole e confini.
E poi c’è da dire che mentre ci
lasciamo travolgere dai nostri pensieri che prendono vita su carta va tenuto
sempre un occhio di riguardo. A volte è facile cadere in errori che anche se
banali stridono agli occhi del lettore attento. Altri sono così impossibili da
rendere una trama apprezzabile del tutto poco credibile.
Questo articolo non vuole essere
un manuale cavilloso da seguire quanto semplicemente uno spunto poi ognuno la
strada per scrivere e riempire il foglio bianco la trova da sé perché è come un
faro che si illumina in una notte buia su una scia di emozioni che poi devono
essere tracciate.
Non dovete scoraggiarvi, il lavoro è duro e cosparso di
salite ma abbiate il coraggio di resistere e continuare la salita. La
perseveranza e l’umiltà sono due delle chiavi necessarie per avvicinarsi al
proprio sogno.
E scrivete con il cuore prima
perché nulla che non passi per le emozioni può scaldare l’animo di chi legge. E
per chi fosse di spirito americano e amante dei manuali può leggere: il libro
delle idee per la scrittura di Jack Heffron.
Per chi ne avesse voglia può
continuare a seguirci sulle pagine della gazzetta dello scrittore, dove, senza
la pretesa di voler insegnare una verità sacrosanta, vi parleremo della
scrittura e delle sue infinite possibilità e combinazioni, dell’editing uno
sconosciuto birichino, della versatilità della grammatica italiana… insomma una
panoramica di tutti gli attrezzi necessari a un aspirante scrittore!
Bellissimo articolo!! Brava Fabiana!!
RispondiEliminaPur non appartenendo al mondo della scrittura, dall'esterno, posso dire che l'articolo risulta parecchio utile.... Un vero e proprio manuale ricco di consigli e segreti per chi volesse affacciarsi al mondo della scrittura.... BRAVISSIMAAA !!!
RispondiElimina