sabato 29 marzo 2014

FACCIA A FACCIA CON... GIOVANNA PROFILIO


Faccia a Faccia con...Giovanna Profilio


Giovanna Profilio nasce a Milazzo il 24 Maggio del 1989. Terminati gli studi, decide di frequentare dei Corsi Regionali che le permettono di ottenere il titolo di Operatore Informatico. Si appassiona alla scrittura già all'età di dodici anni, ma solo con il tempo acquisisce le prime conoscenze editoriali e riprende la stesura di un progetto intitolato "Diario di una cacciatrice", il primo passo a segnare l'inizio di una avventura come aspirante scrittrice.

Blog Ufficiale dell'autrice - Clicca qui
Sito Ufficiale dell'autrice - Clicca qui
Pagina Ufficiale dell'autrice - Clicca qui
Il Romanzo è disponibile su Amazon




~ L'intervista.

Buongiorno Giovanna e grazie per esserti affidata alla mia intervista per inaugurare un posto/blog come questo. Arrivando ho visto che c'è parecchio fermento tra le tue collaboratrici, che spero di poter incontrare presto. Cosa state combinando? Ah, ti spiace se mastico una gomma mentre parliamo? È un vizio che ne allontana altri.

Ciao a te. Fermento dici? Naaaa, siamo solo preda delle nostre idee che spuntano come i funghi dopo una giornata di pioggia.
La nostra fantasia è praticamente inarrestabile e sforniamo progetti nuovi di continuo.

Da dove è venuta l'idea di creare questo... posto? Da come posso vedere è ancora in costruzione e ho incrociato più che altro donne. Devo dedurre che la vostra è una squadra quasi tutta al femminile. È corretta la mia affermazione?

Sì, direi che è corretto. Siamo tutte donne, a parte un “pappagallo” che incrocerai presto tra le pareti di questo posto. Ci tiene compagnia e a suo modo, ci aiuta a portare avanti baracca e burattini. L'idea di creare questo posto è nata un giorno qualunque, quando abbiamo pensato di mettere insieme le nostre passioni e di condividerle pubblicamente in un luogo che potesse ospitare dai giovani autori ai più esigenti lettori.
Con le ragazze collaboriamo già dal mese di Novembre e siamo ormai entrate in simbiosi, è diventato davvero piacevole scambiarci idee e progettare sempre cose nuove.

È davvero una cosa magnifica questa, soprattutto in un ambiente competitivo come può esserlo quello editoriale. Alessandra mi ha convinta a far parte di questo progetto intervistando non solo voi collaboratrici ma anche scrittori esordienti, emergenti e non. Potresti farmi qualche nome? Me li appunto così appena ho concluso con te mi muovo subito per cercarli.

Farti dei nomi è un'ardua impresa, soprattutto se conosci tante persone meritevoli di far parte di questa “vetrina” chiamata La Gazzetta dello scrittore. C'è Roberto Baldini, Nadia Boccacci, Argeta Brozi (che collabora anche con il blog), ma tanti e tanti altri, nominarli tutti sarebbe un'impresa.

Da come leggo nella mail che Alessandra mi ha inviato, sei anche tu una scrittrice. E allora mi chiedo: come mai una scrittrice emergente come te dovrebbe dedicare tempo a questo post/blog? Sai già come organizzare scrittura/post e scrittura libri?

Bella domanda. Beh, ti dirò, io non mi reputo ancora una “scrittrice” diciamo che mi considero ancora un'aspirante tale. Ho tanto da imparare e credo che questo blog sarà un insegnante degno di tale nome. Posso anche dirti che non mi manca modo per organizzarmi, ci so fare parecchio.

Adesso sono curiosa: che genere di libri scrivi? E se volessi acquistarne delle copie dove posso trovarle?





Fantasy prevalentemente. Attualmente ho pubblicato un romanzo intitolato Diario di una Cacciatrice e reperibile solo in formato ebook su Amazon. Ci sono lavori in corso che spero di promuovere e pubblicare in Cartaceo al più presto.






Tornando a questo angolo virtuale: quanto conta oggi per uno scrittore possedere un blog o un sito? Ce ne sono davvero moltissimi in rete, e alcuni per contenuto e rubriche si somigliano. E da qui mi viene spontanea un'altra domanda: questo posto/blog sarà diverso dagli altri? Quali novità proporrete ai vostri lettori?

Non costa nulla se si utilizzano delle piattaforme free come questa utilizzata da noi. Abbiamo una lista non indifferente di rubriche e posso assicurare che ci sarà, alle spalle di questo blog, una redazione degna di questo nome. Abbiamo uno staff competente e non ci somigliamo per niente, forse anche questo è positivo. Abbiamo ruoli differenti e credo sia un bene, almeno non rischiamo di litigare tra di noi. Credo in questo progetto perché è ambizioso e l'ambizione porta a fare cose al di sopra delle aspettative di chiunque.

Ti rivolgo un'ultima domanda e poi ti lascio andare poiché immagino avrai parecchio da lavorare: in quale modo pubblicizzerete questo vostro angolino? Come attirerete i lettori?

Abbiamo già creato dei video di presentazione realizzati dalla nostra bravissima Rossella Sicilia Scilingo che avrete modo di conoscere all'interno del blog. Ovviamente, anche l'occhio vuole la sua parte e per questo dobbiamo ringraziare Elisabetta Baldan la nostra grafica personale. Ci sarà la promozione nei nostri rispettivi blog, i gruppi, e ovviamente nelle pagine dei social a cui siamo iscritte.

Ti ringrazio di avermi dedicato del tempo, Giovanna. Io, se non ti spiace, mi metto comoda al mio posto e inizio ad appuntarmi, assieme ai nomi che mi hai fatto prima, una lista di autori che potrei contattare. Ce ne sono a decine tra autopubblicati e quelli editi da case editrici free e non free. Immagino sia per questo che non si riesce a emergere dal mucchio. Ora che ci penso... che ne dici se contatto anche qualche editore? Santo cielo quanto lavoro da fare c'è! Alessandra non era stata chiara su questo. Scusa sto sproloquiando. Mi capita... spesso. Se sei d'accordo mi muoverò anche sul fronte editori ok? Ti auguro buon lavoro.
Ecco... dì a... Laura Bellini che la contatterò presto. Ho il suo nome per primo tra le collaboratrici.

Non mancherò. Grazie mille per il tempo che mi hai dedicato e mi raccomando, non essere troppo cattiva con le ragazze che mi servono tranquille. Ahahahah ciao ciao.

Le tratterò come meritano, vedrai. Mi metto subito a lavoro e invito chi ci ha seguite e seguirci ancora per scoprire altri meravigliosi talenti.

Lauren


E così Lauren si dà subito da fare perché l'arte non aspetta il tempo che passa, e gli autori hanno sempre molto da raccontare.

giovedì 27 marzo 2014

Aspiranti scrittori a caccia di idee

- la sindrome del foglio bianco -

Articolo a cura di - Fabiana Andreozzi


A chi non è mai capitato di voler fermare su carta pensieri, emozioni, storie? È tutto chiaro nella testa, sembra quasi la pellicola di un film e poi al momento di trascrivere su foglio le idee si volatilizzano, sfuggono le parole e restiamo delusi a fissare questa pagina bianca per ore provando rabbia e fastidio. Sicuramente è un destino comune a molti, soprattutto qui in Italia, siamo un popolo che ha molto da raccontare, figli di illustri padri che hanno battuto nella notte dei tempi queste stesse strade prima di noi.
Non è tanto scrivere a terrorizzare se la fantasia ci assiste quanto rendere i pensieri comprensibili a chi poi li leggerà perché un libro è un ponte che collega due mondi invisibili: quello dell’autore e quello dei lettori. Un libro senza lettori è un orfano senza famiglia, un tesoro nascosto di cui si è persa la mappa per raggiungerlo.
Non è tanto scrivere il problema quanto rendere stimolante e avvincente la storia per catturare non il solito appassionato lettore ma riuscire a far breccia nel cuore di chi non ama poi tanto leggere… saper stregare questi lettori difficili è la più bella delle soddisfazioni.
Non è tanto scrivere quanto rendere musicale ogni frase come le note di uno spartito si armonizzano tra loro in una magica sinfonia. In un testo le parole si aggregano formando personaggi, scenari, intrecci in un crescendo di emozioni che ci sospingono fino all’epilogo con il respiro trattenuto. Un libro è un passaporto per un viaggio gratuito verso lidi impensabili, è quindi sacrosanto dovere dell’autore rendere questo viaggio più piacevole e avvincente possibile.
Ma allora come si fa?

Di libri ne ho letti a iosa, curiosa come sono non me ne sono fatta mancare nessuno (poi ve ne citerò qualcuno) ma credo che non ci sia manuale che possa avere la pretesa di insegnare a scrivere, credo che la scrittura debba nascere dal cuore, scusate la romantica che è in me.
Ci sono autori, come Stephen King, che di mestiere fanno gli scrittori e ogni giorno si obbligano a produrre almeno un tot di battute. Ci sono persone, come me, che non amano definirsi scrittori per non peccare di presunzione ma conoscono il potere catartico della scrittura, scrivono da sempre e continueranno a farlo fino a quando sentiranno l’esigenza di condividere con qualcuno il loro piccolo mondo. Tutti possono scrivere se sentono improvvisamente questa molla di comunicare emozioni, pensieri ad altri. Perché la prima spinta è proprio quella di fermare una storia su carta che voglia comunicare qualcosa a chi un giorno potrà leggerla. Non si scrive per il virtuosismo di scrivere, né per diventare un giorno famosi, non si scrivono artifici sterili di parole private di emozioni.

C’è chi lo farà da subito in maniera naturale come se la scrittura è parte di sé da sempre. 
Ma nonostante la naturalezza ci sono degli aspetti che vanno rispettati per assicurare alla narrazione l’efficacia necessaria per portare il lettore alla fine del romanzo. E non tutto può essere innato dentro di noi, ciò non significa neppure che dobbiamo armarci di manuali strategici, può bastare semplicemente leggere, leggere tanto tutto quello che è stato scritto e che ha segnato la nostra storia finora. 

Il mondo cambia, mutano gli ambienti, lo stile si affretta ma quegli intrecci del passato restano immortali perché affondano le radici nella nostra anima, in quei drammi che producono pathos al di là del tempo e dello spazio, verità sacrosante, emozioni universali.

Scusate mi sono lasciata distrarre ma per me la scrittura e la lettura sono un unico flusso inscindibile l’uno dall’altro.
Torniamo alle idee da acciuffare! È probabile che il problema di non riuscire a metterle nero su bianco sia il fatto che siano più numerose della vita stessa che trascorrerete su questa terra. Vi verrà voglia di fare un patto con il diavolo per diventare immortali. Io continuo ad appuntare trame, idee di libri da scrivere ma il numero di libri che sono venuti alla luce e sono conclusi è nettamente inferiore. A volte mi capita di partire a razzo di avere le idee chiare e nitide e poi di restare bloccata sul più bello perché ho perso l’ispirazione.
Ma da dove vengono queste idee? Ci circondano e respirano con noi ogni attimo della nostra vita. Sono i nostri pensieri, i ricordi che teniamo gelosamente nascosti, episodi divertenti che ci fanno ancora sorridere, una parola che c’è balzata all’improvviso nella mente insieme a un’ immagine potente, le emozioni che strisciano sotterranee. Parlare di quello che c’è noto all’inizio è sicuramente più facile perché sarà utile a rendere più credibile e reale la nostra storia. Per trascinare un lettore dentro un libro lo scrittore deve saper trasformare anche lo scenario più incredibile in qualcosa di possibile, farci sperare che possa capitarci un giorno, farci sognare a occhi aperti di essere già lì insieme all’eroe a compiere quel viaggio.

Viaggio spesso e mi innamoro di altri posti e puff un attimo dopo sono lì con la mente a inventare nuove storie che vivono e si alimentano in altre città, in altri luoghi. Ma è necessario un forte spirito di ricerca per cambiare tempo e luogo. È più facile sicuramente per un’aspirante scrittore parlare del mondo in cui vive, il suo ambiente di lavoro, la scuola, la famiglia. Descriverà con occhi veri questi mondi senza perdere credibilità. Un po’ come l’avvocato John Grisham diventato autore di tanti best seller thriller.

Se il primo passo è cosa vogliamo comunicare. Il secondo punto è trovare il modo di comunicarlo attraverso personaggi e trama

Decidere il luogo e il tempo dell’azione per aiutare il lettore a immedesimarsi nella vicenda. È fondamentale catturare il lettore da subito altrimenti dopo poche pagine, annoiato e stanco, abbandonerà il romanzo, allora sarà importante dedicare attenzione all’incipit. Molto spesso partire in media res è il migliore degli approcci perché ci trascina nel vivo della narrazione, ci moltiplica domande e dubbi e ci spinge a continuare a leggere per scoprire come si risolverà la situazione.
Una trama per avvincere deve presentare un conflitto reale, emotivo per il personaggio che deve essere posto di fronte a una scelta difficile perché il protagonista della vicenda parte in un modo ma nell’arco della vicenda narrata deve crescere.
Come detto prima, gli intrecci universali sono ormai stati battuti nella notte dei tempi. Se si osservano i libri di oggi, è possibile rintracciare in molti l’amore tragico di Romeo e Giulietta che a sua volta è stato tratto dalla tragedia greca di Piramo e Tisbe, il conflitto di un Amleto, la gelosia di un Otello. Eppure se la radice è la stessa e non sembra esserci nulla di innovativo, davanti ai nostri occhi sembrano sempre libri diversi e incredibili. Perché è il modo di raccontare proprio di ogni scrittore a rendere avvincente e ipnotizzante una storia già detta secoli prima. È qui che si lega in maniera indissolubile giocare con la nostra lingua. Ma per saper giocare sullo stile bisogna padroneggiare la grammatica, la sintassi etc.
Bisogna scegliere il tono e lo stile con cui raccontare la nostra storia che a volte è proprio di un genere letterario. Di questi poi ce ne sono tanti e molti sfumano l’uno nell’altro. Ma hanno proprie regole e confini.
E poi c’è da dire che mentre ci lasciamo travolgere dai nostri pensieri che prendono vita su carta va tenuto sempre un occhio di riguardo. A volte è facile cadere in errori che anche se banali stridono agli occhi del lettore attento. Altri sono così impossibili da rendere una trama apprezzabile del tutto poco credibile.

Questo articolo non vuole essere un manuale cavilloso da seguire quanto semplicemente uno spunto poi ognuno la strada per scrivere e riempire il foglio bianco la trova da sé perché è come un faro che si illumina in una notte buia su una scia di emozioni che poi devono essere tracciate. 

Non dovete scoraggiarvi, il lavoro è duro e cosparso di salite ma abbiate il coraggio di resistere e continuare la salita. La perseveranza e l’umiltà sono due delle chiavi necessarie per avvicinarsi al proprio sogno.
E scrivete con il cuore prima perché nulla che non passi per le emozioni può scaldare l’animo di chi legge. E per chi fosse di spirito americano e amante dei manuali può leggere: il libro delle idee per la scrittura di Jack Heffron.
Per chi ne avesse voglia può continuare a seguirci sulle pagine della gazzetta dello scrittore, dove, senza la pretesa di voler insegnare una verità sacrosanta, vi parleremo della scrittura e delle sue infinite possibilità e combinazioni, dell’editing uno sconosciuto birichino, della versatilità della grammatica italiana… insomma una panoramica di tutti gli attrezzi necessari a un aspirante scrittore!

martedì 25 marzo 2014

Come inciampare nel Principe Azzurro di Anna Premoli

- Recensione a cura di -


Anna Premoli Nata nel 1980 in Croazia, vive a Milano dove si è laureata in Economia dei mercati finanziari, presso la Bocconi. Ha lavorato alla J.P. Morgan e, dal 2004, al Private Banking di una banca privata, dove si occupa di consulenza finanziaria e ottimizzazione fiscale. La matematica è sempre stata il suo forte, la scrittura invece è arrivata per caso, come “metodo antistress” durante la prima gravidanza. Con la Newton Compton ha pubblicato Ti prego lasciati odiare, vincitore del Premio Bancarella 2013. Il romanzo è stato per mesi ai primi posti nella classifica dei libri più venduti e la Colorado Film ha acquistato i diritti per la trasposizione cinematografica. Anche Come inciampare nel principe azzurro è stato un successo del self publishing, arrivando ai primi posti della classifica.

Sinossi Quale ragazza non sogna di sfondare nel proprio lavoro sfruttando la possibilità di trascorrere un anno all’estero? È proprio questa la grande opportunità che un giorno si presenta a Maddison: ma l’inaspettata promozione arriva sotto forma di un trasferimento dall’altra parte del mondo, in Corea del Sud! Maddison, però, è solo all’apparenza una donna in carriera. In realtà è molto meno motivata delle sue colleghe e per nulla attratta dall’idea di stravolgere la sua vita. Come è possibile che abbiano pensato proprio a lei, che del defilarsi ha fatto da sempre un’arte, che ha il terrore delle novità e di mettersi alla prova? Una volta arrivata in Corea, il suo capo, occhi a mandorla e passaporto americano, non le rende neanche facile adattarsi al nuovo ambiente. Catapultata in un mondo inizialmente ostile, di cui non conosce nulla, di cui detesta le abitudini alimentari e non solo, Maddison si vedrà costretta a tirar fuori le unghie e a crescere una volta per tutte. E non è detto che sulla sua strada non si trovi a inciampare in qualcosa di bello e del tutto imprevisto!
Booktrailer - Come inciampare nel principe azzurro

- Recensione -


"Come inciampare nel principe azzurro" è frutto di un esperimento di auto-pubblicazione da parte di Anna Premoli, e nel giro di poco, grazie al passaparola, ha ottenuto un grande riscontro tanto che la Newton & Compton ha deciso di pubblicare entrambi i romanzi della scrittrice. L’ho preso anch’io un po’ per caso scovandolo nella rete, adoro i chick lit e le storie d’amore ma non trovo mai nessun autore che mi piace al pari della Kinsella fino alla fine. Invece Anna Premoli ha saputo stupirmi per l’originalità di alcune scelte. La prima fra tutte la geniale idea di trascinare il romanzo nel bel mezzo del mondo orientale, la Corea, in questo caso. Non solo mi ha fatto venire una gran voglia di prendere un volo e di vedere con i miei occhi quello che stava descrivendo ma ha permesso alla trama di essere veramente spumeggiante grazie alle usanze, modi di fare e cultura così lontane dalla nostre. Avrei preferito maggiormente se il co-protagonista fosse coreano a tutti gli effetti e invece è per metà anche americano. Ogni giorno tra lui e Maddisono sarà una guerra spietata all’ultimo sangue. Sembra un po’ un orgoglio e pregiudizio in versione moderna e in chiave coreana. Lei da inglese straniera e ignara continua a ritrovarsi invischiata in situazioni imbarazzanti. 
Una volta giunta all’ultima pagina sono rimasta parecchio triste per aver terminato la lettura 

I personaggi principali sono caratterizzati ottimamente, non si può dire lo stesso dei secondari che sono un po’ gettati sullo sfondo come macchiette. 


Maddison e Mark sono carismatici, divertenti, due poli opposti di una calamita che finiscono nonostante tutto per attrarsi. Maddison è una comunissima ragazza inglese, pigra, indolente,amante dello shopping che lavora per far contenta sua madre, ma che in realtà non ha proprio le velleità di una donna in carriera. Mentre gli altri si impegnano negli affari, lei si impegna nel trovare sempre nuovi modi per scappare.

Siamo una decina di persone completamente dedite al lavoro. O meglio, gli altri nove sono estremamente dediti, io faccio finta. Ma sono davvero brava a fingere. 

A tratti mi ha ricordato Rebecca di I love Shopping ma ci discosta subito, Maddison riesce ad avere quel quid in più che la rende simile e diversa al contempo dall’eroina della Kinsella. Proprio la sfaticata e impacciata Maddison viene trasferita, in modo del tutto inaspettato, in Corea del Sud invece che nella grande mela, alle dipendenze di un capo americano ma di origini coreane, algido, severo ma soprattutto stacanovista. Ebbene la Premoli non avrebbe potuto mettere accanto due personaggi più diversi e incompatibili di questi, infatti già dai primi scambi tra Mark e Maddison volano scintille. Ero spinta ad andare avanti nella lettura proprio chiedendomi che altro sarebbe successo. Mark è critico, a volte appare sgarbato, offensivo, pungente, dispettoso ma sa essere pure a tratti velatamente dolce. È proprio il caso di dirlo Mark è il classico principe azzurro che va scovato dietro tutte queste maschere che si è messo addosso. 


La scrittura della Premoli è leggera, semplice ma sa avvincere e incantare.

Ho finito il romanzo in tre ore prima di andare a dormire e non sono riuscita proprio a staccarmi fino a quando non sono arrivata all’ultima pagina. Questo per me è già un ottimo segnale che il libro sia buono. Mi cimenterò quanto prima nell’altro romanzo “Ti prego lasciati odiare” sperando sia altrettanto gustoso e spassoso. 

Voto Finale (Consigliatissimo)



  


sabato 22 marzo 2014

RECENSIONE ~ IO SONO HEATHCLIFF

Io sono Heathcliff di Desy Giuffrè

- Recensione a cura di -

Desy Giuffré è nata a La Spezia nel 1985. Blogger piena d’iniziative e condirettrice editoriale della rivista digitale RainbWOman, ha deciso di rafforzare i rapporti con la rete per rendersi più vicina ai suoi amati lettori. Quando non viene rapita dai personaggi che ama creare, vive sulla costa ionica della Sicilia. Lettrice vorace e amante dei fiori, adora fare lunghe passeggiate nel folto dei boschi o in riva al mare. Il silenzio, la buona musica, il profumo della terra bagnata e l’immenso blu del cielo sono le condizioni ideali per la sua ispirazione. Autrice di paranormal romance per Fazi Editore.

SinossiElena Ray è una ragazza viziata e apparentemente superficiale, in balia dei tipici contrasti adolescenziali con i suoi genitori. Damian Ludeschi è un affascinante ladro di strada, amante del pericolo e romantico sognatore, incapace di accettare l’abbandono del padre e di assecondare i voleri di uno zio avido di potere. Le loro vite sembrano non avere nulla in comune, se non fosse per un’antica maledizione che lega i due ragazzi alla vecchia tenuta conosciuta con il nome di Wuthering Heights, e ai loro storici proprietari: Catherine Earnshaw e il suo amato, terribile Heathcliff. Antichi rancori, inganni, passioni incontrollabili e un personale desiderio di riscatto, metteranno a dura prova l’invisibile lotta tra gli spiriti di Cathy e Heathcliff, e i due ragazzi appartenenti al mondo presente.

Sito Ufficiale dell'autrice desygiuffrè.com
Blog Ufficiale dell'autrice desygiuffrè.blogspot.it

- Recensione -

Cime tempestose” è da sempre il mio libro preferito. Ho amato Heathcliff e sofferto con lui, con la fantasia mi sono persa nella brughiera e ho pianto tanto, anzi, tantissimo. Per questo motivo mi sono avvicinata con cautela alla lettura di “Io sono Heathcliff” di Desy Giuffrè. 

Ce ne vuole di coraggio per prendere i personaggi di un libro che ha fatto storia e inserirli in un proprio lavoro, mi sono detta nell'acquistare questo libro, ma nonostante il timore iniziale, devo dire che non mi ha deluso. 

In un periodo in cui faccio fatica a leggere, perché presa dalla revisione del mio romanzo, ho divorato questo libro pagina dopo pagina. L'ho letto in un giorno, curiosa di sapere come sarebbe andata a finire la storia tra i due protagonisti “moderni” e quelli più... “datati”, di cui in queste pagine troviamo i fantasmi pronti a tutto pur di poter vivere quel che, nella vita terrena, era stato loro negato. 

In questo libro, Catherine e Heathcliff non si fanno scrupoli nello stravolgere la vita di due ragazzi romani pur di raggiungere il loro scopo e appartenersi come da troppo tempo desiderano. Giovani e molto diversi tra loro, Elena e Damian sono i prescelti, i veri protagonisti del romanzo ed è sulla loro pelle che vivremo le emozioni dei due spiriti egoisti e ribelli. 

Mi è piaciuto il modo in cui l'autrice ha descritto Hearcliff e Catherine, e il modo in cui li ha fatti muovere all'interno della storia. Trovo che abbia tenuto fede all'impronta data dalla Brontë a questi suoi personaggi così forti di carattere ed emozioni. 

Una lettura leggera, una scrittura scorrevole e chiara. Un libro che mi ha sospreso e che consiglio. Da leggere senza fare il paragone con “Cime Tempestose”.


Voto finale - Consigliatissimo