sabato 14 giugno 2014

RECENSIONE ~ IL PALAZZO D'INVERNO

Il Palazzo d'Inverno di Asia Francesca Rossi

- Recensione a cura di -



Asia Francesca Rossi è nata a Roma nel 1984 e vive a Latina. Dopo la laurea in "Lingue e Civiltà Orientali" presso l'Università "La Sapienza" di Roma, si trasferisce ad Alessandria d'Egitto per approfondire lo studio della lingua araba e della cultura arabo-islamica. ​Attualmente è specializzanda nel corso di Laurea Magistrale in "Lingue e Civiltà Orientali" presso "La Sapienza". ​Collabora con diversi magazine online, è membro della "Società delle Letterate" e socia ordinaria di "Ewwa" (European Writing Women Association).
​Gestisce tre siti culturali: "La Mano di Fatima", dedicato al mondo arabo-islamico, "Divine Ribelli", dedicato alle grandi donne della Storia ed il sito ufficiale interamente incentrato sulla figura dell'eroina francese "Angelica la Marchesa degli Angeli".
Tra le sue passioni ci sono la lettura, la scrittura, la musica e la danza del ventre.




SINOSSI: Pietrogrado 1917. L’incendio rivoluzionario che sta per sconvolgere la Russia è ormai divampato nelle città principali e l’antica residenza degli zar, ormai sede del governo provvisorio, ma anche memoria di un passato non ancora tramontato, rappresenta l’ultimo baluardo da conquistare per accedere a un futuro fatto di incognite tutte da risolvere.
Il 25 ottobre (calendario giuliano), data fatidica dell’assedio al Palazzo d’Inverno, si intrecciano i destini della Storia, ma anche quelli di un uomo e una donna che non avrebbero dovuto incontrarsi.
Elena, infelice nobildonna tradita da tutti gli uomini che ha amato e Dimitri, un bolscevico fiero degli ideali su cui ha costruito la sua intera esistenza, lei acqua che scivola sulle rocce della tradizione aristocratica, lui fuoco che arde fiero per distruggere un’epoca di disuguaglianze e privilegi.
Le loro due anime così diverse si scontrano nei giorni dell’odio e della rivolta, su sponde opposte, per caso, tra i marmi e gli arazzi di una villa saccheggiata. Tra loro solo un desolante abisso fatto di differenze sociali e culturali in apparenza incolmabili.
A farli incontrare sono due simboli del passato, un uovo Fabergé e un carteggio che non deve finire nelle mani sbagliate. A tenerli uniti, loro malgrado, un sentimento che non può e non deve nascere, negato, soffocato dal dovere e dagli ideali e destinato a non vedere l’alba del cambiamento.
Elena e Dimitri sono gli emblemi di due mondi inconciliabili, le due facce della rivoluzione, ma anche la personificazione di una Russia immensa, non sempre decifrabile in cui bene e male si confondono ai piedi della Storia, madre degli uomini che con una mano accarezza il passato, con l’altra afferra il futuro. 


Sito Ufficiale dell'autrice Asia Francesca Rossi Official
Siti per l'acquisto del Libro La Mela Avvelenata 


- Recensione -

 

Siamo a Pietrogrado, è il 25 ottobre del 1917, una data importante per il Paese: i rivoluzionari occupano la città, i ministri tentano di rifugiarsi nel Palazzo d’inverno ma la resa è vicina e il trionfo di Lenin inderogabile. Il libro sia apre con l’irruzione di un gruppo di rivoluzionari bolscevichi in una tenuta signorile; nonostante l’abbandono, il profumo dei ricevimenti, delle sete fruscianti e del lusso è ancora impregnata tra le pareti silenziose. I giovani bolscevichi si aggirano per la villa depredando quello che è possibile e sarà proprio in una di queste stanze che Dimitri, uno dei rivoluzionari, troverà un plico di lettere che scoprirà appartenere a Elena, la bellissima gentildonna ritratta su una tela appesa nella medesima stanza. 
Dimitri è il classico eroe romantico, è un rivoluzionario convinto che vive secondo un codice fatto di ideali e di onore. I suoi valori sono assoluti ma, quando poserà gli occhi sul ritratto di Elena, sentirà crescere in lui lo spasmodico desiderio di possederla, desiderio che andrà sempre più concretizzandosi nel leggere le missive che la donna invia e riceve dall’amante Nicolaij, di nascosto dal marito Alekseij. Ma il destino ha in serbo per Dimitri ben più di qualche lettera ingiallita e la sorpresa sarà grande quando si ritroverà di fronte proprio la bella Elena, avventuratasi nella vecchia dimora in cerca delle preziose missive, sola, disperata e agognante di notizie sugli unici due uomini che hanno colorato la sua vita.
Tra i due è subito attrito, astio e diffidenza. Dimitri tenterà di soffocare i propri istinti e il dolce sentimento che inizierà a farsi strada dentro di lui, un sentimento che non è solo brama della carne ma istinto di protezione. Il giovane tenterà di fare accettare la presenza della gentildonna anche ai compagni, decidendo di aiutarla nell’assurda ricerca dei famigliari. Ma, si sa, una guerra non è il teatro migliore per la nascita di un amore e i sogni sono destinati a infrangersi contro gli scogli aguzzi della realtà.
La narrazione è onnipresente, il romanzo è diviso in capitoli lunghi. L’ambientazione storica ci catapulta in una Pietrogrado silente e insidiosa, dove anche una passeggiata può costare la vita; quasi tutto il romanzo si svolge tra le mura della tenuta, ma i connotati storici della vicenda e la situazione in cui verte il Paese sono tangibili. 
In questo libro, gli imprevisti, gli inganni e l’apparenza la fanno da padrone. Le tematiche trattate sono: l’amicizia, il tradimento, le illusioni e la condizione della donna nella Russia del 1917.
Una menzione va all’autrice per la prosa poetica, per la forza delle immagini descritte, per la scrupolosa psicologia dei personaggi . 

Questo è un libro che appassiona, che attira ed emoziona, che ci lascia in trepidante attesa del seguito, per scoprire cosa accadrà ancora ai nostri beniamini.

La componente epistolare incatena il lettore alle pagine, impaziente di scoprire qualche tassello in più sul passato di Elena, sulla gabbia dorata in cui è stata condannata a vivere e sulle dinamiche di coppia, ora tra Elena e Alekseij, ora tra Elena e Nicolaij. Personalmente, non ho condiviso alcuni comportamenti di Elena, adirandomi nella stessa maniera di Dimitri: ho trovato eccessivo il perdono della donna nei confronti dell’amante, la sua ostinazione nel discolparlo e la sua fede nell’avventura extra-coniugale che descrive come una grande storia d’amore. Tutto sommato, pur non condividendo i suoi pensieri, comprendo Elena: in questo, riproduce l’atteggiamento che molte donne hanno nei confronti delle infatuazioni, dove è il cuore a dettare legge e non di certo la ragione. 

Un’altra componente fondamentale del romanzo è l‘erotismo con cui l’autrice condisce gli amplessi descritti nel libro, la sua è una prosa che non scade mai nel volgare e coinvolge il lettore, una sensualità che contribuisce a rendere il libro realistico e non il solito romanzo patinato di amore e guerra. 

Consiglio Il palazzo d’inverno a tutte le appassionate del genere, a chi ama i romanzi storici e le storie d’amore ambientate durante i conflitti, lo consiglio anche a chi non sa rinunciare a un pizzico d’avventura da condire con il rosa. Non resterete delusi.

Voto finale - Consigliato




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