martedì 8 luglio 2014

RECENSIONE - COME UN LIBRO APERTO

Come un libro aperto di Viola Lodato

- Recensione a cura di -

Bianca Rita Cataldi




Viola Lodato nasce il 7 aprile 1991 a Savona, per essere più precisi nella casa in cui passa gran parte del tempo. A circa quattordici anni capisce di voler passare la vita a inventare storie. Cinque anni più tardi finisce il primo romanzo e comincia a conoscere il mondo dell’editoria, capendo che la strada da fare è ancora lunga. Nella vita, oltre a riempire il proprio computer di romanzi e a studiare Scienze della Comunicazione, collabora con alcune case editrici come editor, correttrice di bozze e traduttrice. È stata una dei tre finalisti della Liguria durante la prima edizione del premio La Giara della Rai e i suoi racconti sono stati pubblicati da Lettere Animate, Delos Books, Mondoscrittura, EDS, ST-Books.



SINOSSI: Valerio, voce narrante del romanzo, è gay non dichiarato, non è particolarmente simpatico, ma ha le idee chiare: vuole diventare uno scrittore. Peccato che non abbia altrettanto chiaro come fare. E peccato che sia sordo alle critiche. Quindi, arroccato nella sua torre d’avorio fatta di sicurezze piene di ke e xké, continua per la sua strada, fino a quando la sua omosessualità non viene svelata a tradimento. Ci vorranno una compagna odiosa, un amico paziente, un computer poco collaborativo, un tecnico infingardo, una famiglia un po’ particolare ed Emanuele, un editor a prima vista spietato, per distruggere le sue sicurezze. E sarà proprio grazie a Emanuele che Valerio imboccherà la via giusta nella scrittura e nella vita.

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RECENSIONE - 




Valerio è un ragazzo come tanti: va a scuola, studia e si divide tra gli incontri con il suo migliore amico Alex e le liti con Sara, la sua unica e scorbutica sorella. La sua vita cambia improvvisamente quando capisce che cosa vuol fare del suo futuro: consacrarlo alla scrittura. Inizia così una grande storia d'amore con Microsoft Word, suo fedele compagno nelle lunghe ore di fatica letteraria. Il protagonista del suo libro in fieri è bellissimo e perfetto sotto ogni punto di vista. Anzi, ha un solo difetto: essere troppo bello. Valerio non si rende conto degli errori che commette nel corso della stesura: ciò che conta è dar libero sfogo alla sua fantasia. Non solo: il protagonista del suo romanzo è gay, proprio come lui. Sarà proprio il libro che sta scrivendo a creare la giusta situazione per fargli comprendere che la sua famiglia sa già tutto e che, per di più, ha già accettato ogni cosa. Incredibilmente, persino sua sorella Sara non ha nessuna intenzione di prenderlo in giro e, al contrario, non fa altro che incoraggiarlo. Se la vita familiare di Valerio prenderà nel tempo una piega positiva, lo stesso non si potrà dire della sua carriera da scrittore. Il suo libro, infatti, è un vero disastro e soltanto Emanuele, l'editor giovane e affascinante di una piccola casa editrice, riuscirà a farglielo capire con le brutte e...con le buone.


Parto da un presupposto: Viola Lodato scrive benissimo. Nessun refuso, prosa che scorre senza incespicare mai, stile sicuro e lineare. E' evidente che l'autrice lavori anche come editor non soltanto dalla perfezione stilistica ma anche dai consigli coi quali Emanuele istruisce Valerio. La seconda e la terza parte del romanzo, infatti, sono sicuramente le sezioni scritte con più cura e, a mio parere, con più passione. La prima parte, invece, non è altrettanto avvincente e si fatica un po' a entrare nel vivo della vicenda. Questa lentezza iniziale è aggravata da Valerio, la cui antipatia è certamente voluta dall'autrice ma, al tempo stesso, disturba il lettore. Questi piccoli difetti vengono tuttavia camuffati dall'abile prosa della Lodato e, soprattutto, da quella ventata d'aria fresca che è il personaggio di Emanuele. Accuratamente disegnato, ben descritto psicologicamente, Emanuele è l'editor che tutti gli scrittori vorrebbero avere: esigente e spietato ma, al tempo stesso, pronto a riconoscere i progressi dell'autore. Se poi consideriamo che non è soltanto l'editor ma anche l'uomo ideale, allora possiamo capire quanto questo personaggio sia affascinante. E' proprio lui a reggere il romanzo, dato che il vero protagonista resta leggermente antipatico anche nella seconda e terza parte. Valerio, infatti, a differenza del protagonista del suo stesso libro, non è per niente perfetto e, al contrario, ha troppi difetti: è ingenuo in modo imbarazzante, è esasperante con gli amici e piuttosto presuntuoso. Ripeto, la sua antipatia è voluta dall'autrice e lo si capisce anche dalla sinossi, tuttavia penso che sia stata calcata un po' troppo la mano su questo aspetto del suo carattere. La storia in sé, comunque, è piacevole e scorre via in pochissimo tempo: la si legge in un giorno ed è la lettura ideale per l'estate. La consiglio a tutti coloro che vogliano concedersi un romance m/m delicato, soft e tenero. Un in bocca al lupo all'autrice che, sono sicura, col tempo e con l'esperienza sarà senz'altro in grado di stupirci.

Voto finale:


 

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