giovedì 27 marzo 2014

Aspiranti scrittori a caccia di idee

- la sindrome del foglio bianco -

Articolo a cura di - Fabiana Andreozzi


A chi non è mai capitato di voler fermare su carta pensieri, emozioni, storie? È tutto chiaro nella testa, sembra quasi la pellicola di un film e poi al momento di trascrivere su foglio le idee si volatilizzano, sfuggono le parole e restiamo delusi a fissare questa pagina bianca per ore provando rabbia e fastidio. Sicuramente è un destino comune a molti, soprattutto qui in Italia, siamo un popolo che ha molto da raccontare, figli di illustri padri che hanno battuto nella notte dei tempi queste stesse strade prima di noi.
Non è tanto scrivere a terrorizzare se la fantasia ci assiste quanto rendere i pensieri comprensibili a chi poi li leggerà perché un libro è un ponte che collega due mondi invisibili: quello dell’autore e quello dei lettori. Un libro senza lettori è un orfano senza famiglia, un tesoro nascosto di cui si è persa la mappa per raggiungerlo.
Non è tanto scrivere il problema quanto rendere stimolante e avvincente la storia per catturare non il solito appassionato lettore ma riuscire a far breccia nel cuore di chi non ama poi tanto leggere… saper stregare questi lettori difficili è la più bella delle soddisfazioni.
Non è tanto scrivere quanto rendere musicale ogni frase come le note di uno spartito si armonizzano tra loro in una magica sinfonia. In un testo le parole si aggregano formando personaggi, scenari, intrecci in un crescendo di emozioni che ci sospingono fino all’epilogo con il respiro trattenuto. Un libro è un passaporto per un viaggio gratuito verso lidi impensabili, è quindi sacrosanto dovere dell’autore rendere questo viaggio più piacevole e avvincente possibile.
Ma allora come si fa?

Di libri ne ho letti a iosa, curiosa come sono non me ne sono fatta mancare nessuno (poi ve ne citerò qualcuno) ma credo che non ci sia manuale che possa avere la pretesa di insegnare a scrivere, credo che la scrittura debba nascere dal cuore, scusate la romantica che è in me.
Ci sono autori, come Stephen King, che di mestiere fanno gli scrittori e ogni giorno si obbligano a produrre almeno un tot di battute. Ci sono persone, come me, che non amano definirsi scrittori per non peccare di presunzione ma conoscono il potere catartico della scrittura, scrivono da sempre e continueranno a farlo fino a quando sentiranno l’esigenza di condividere con qualcuno il loro piccolo mondo. Tutti possono scrivere se sentono improvvisamente questa molla di comunicare emozioni, pensieri ad altri. Perché la prima spinta è proprio quella di fermare una storia su carta che voglia comunicare qualcosa a chi un giorno potrà leggerla. Non si scrive per il virtuosismo di scrivere, né per diventare un giorno famosi, non si scrivono artifici sterili di parole private di emozioni.

C’è chi lo farà da subito in maniera naturale come se la scrittura è parte di sé da sempre. 
Ma nonostante la naturalezza ci sono degli aspetti che vanno rispettati per assicurare alla narrazione l’efficacia necessaria per portare il lettore alla fine del romanzo. E non tutto può essere innato dentro di noi, ciò non significa neppure che dobbiamo armarci di manuali strategici, può bastare semplicemente leggere, leggere tanto tutto quello che è stato scritto e che ha segnato la nostra storia finora. 

Il mondo cambia, mutano gli ambienti, lo stile si affretta ma quegli intrecci del passato restano immortali perché affondano le radici nella nostra anima, in quei drammi che producono pathos al di là del tempo e dello spazio, verità sacrosante, emozioni universali.

Scusate mi sono lasciata distrarre ma per me la scrittura e la lettura sono un unico flusso inscindibile l’uno dall’altro.
Torniamo alle idee da acciuffare! È probabile che il problema di non riuscire a metterle nero su bianco sia il fatto che siano più numerose della vita stessa che trascorrerete su questa terra. Vi verrà voglia di fare un patto con il diavolo per diventare immortali. Io continuo ad appuntare trame, idee di libri da scrivere ma il numero di libri che sono venuti alla luce e sono conclusi è nettamente inferiore. A volte mi capita di partire a razzo di avere le idee chiare e nitide e poi di restare bloccata sul più bello perché ho perso l’ispirazione.
Ma da dove vengono queste idee? Ci circondano e respirano con noi ogni attimo della nostra vita. Sono i nostri pensieri, i ricordi che teniamo gelosamente nascosti, episodi divertenti che ci fanno ancora sorridere, una parola che c’è balzata all’improvviso nella mente insieme a un’ immagine potente, le emozioni che strisciano sotterranee. Parlare di quello che c’è noto all’inizio è sicuramente più facile perché sarà utile a rendere più credibile e reale la nostra storia. Per trascinare un lettore dentro un libro lo scrittore deve saper trasformare anche lo scenario più incredibile in qualcosa di possibile, farci sperare che possa capitarci un giorno, farci sognare a occhi aperti di essere già lì insieme all’eroe a compiere quel viaggio.

Viaggio spesso e mi innamoro di altri posti e puff un attimo dopo sono lì con la mente a inventare nuove storie che vivono e si alimentano in altre città, in altri luoghi. Ma è necessario un forte spirito di ricerca per cambiare tempo e luogo. È più facile sicuramente per un’aspirante scrittore parlare del mondo in cui vive, il suo ambiente di lavoro, la scuola, la famiglia. Descriverà con occhi veri questi mondi senza perdere credibilità. Un po’ come l’avvocato John Grisham diventato autore di tanti best seller thriller.

Se il primo passo è cosa vogliamo comunicare. Il secondo punto è trovare il modo di comunicarlo attraverso personaggi e trama

Decidere il luogo e il tempo dell’azione per aiutare il lettore a immedesimarsi nella vicenda. È fondamentale catturare il lettore da subito altrimenti dopo poche pagine, annoiato e stanco, abbandonerà il romanzo, allora sarà importante dedicare attenzione all’incipit. Molto spesso partire in media res è il migliore degli approcci perché ci trascina nel vivo della narrazione, ci moltiplica domande e dubbi e ci spinge a continuare a leggere per scoprire come si risolverà la situazione.
Una trama per avvincere deve presentare un conflitto reale, emotivo per il personaggio che deve essere posto di fronte a una scelta difficile perché il protagonista della vicenda parte in un modo ma nell’arco della vicenda narrata deve crescere.
Come detto prima, gli intrecci universali sono ormai stati battuti nella notte dei tempi. Se si osservano i libri di oggi, è possibile rintracciare in molti l’amore tragico di Romeo e Giulietta che a sua volta è stato tratto dalla tragedia greca di Piramo e Tisbe, il conflitto di un Amleto, la gelosia di un Otello. Eppure se la radice è la stessa e non sembra esserci nulla di innovativo, davanti ai nostri occhi sembrano sempre libri diversi e incredibili. Perché è il modo di raccontare proprio di ogni scrittore a rendere avvincente e ipnotizzante una storia già detta secoli prima. È qui che si lega in maniera indissolubile giocare con la nostra lingua. Ma per saper giocare sullo stile bisogna padroneggiare la grammatica, la sintassi etc.
Bisogna scegliere il tono e lo stile con cui raccontare la nostra storia che a volte è proprio di un genere letterario. Di questi poi ce ne sono tanti e molti sfumano l’uno nell’altro. Ma hanno proprie regole e confini.
E poi c’è da dire che mentre ci lasciamo travolgere dai nostri pensieri che prendono vita su carta va tenuto sempre un occhio di riguardo. A volte è facile cadere in errori che anche se banali stridono agli occhi del lettore attento. Altri sono così impossibili da rendere una trama apprezzabile del tutto poco credibile.

Questo articolo non vuole essere un manuale cavilloso da seguire quanto semplicemente uno spunto poi ognuno la strada per scrivere e riempire il foglio bianco la trova da sé perché è come un faro che si illumina in una notte buia su una scia di emozioni che poi devono essere tracciate. 

Non dovete scoraggiarvi, il lavoro è duro e cosparso di salite ma abbiate il coraggio di resistere e continuare la salita. La perseveranza e l’umiltà sono due delle chiavi necessarie per avvicinarsi al proprio sogno.
E scrivete con il cuore prima perché nulla che non passi per le emozioni può scaldare l’animo di chi legge. E per chi fosse di spirito americano e amante dei manuali può leggere: il libro delle idee per la scrittura di Jack Heffron.
Per chi ne avesse voglia può continuare a seguirci sulle pagine della gazzetta dello scrittore, dove, senza la pretesa di voler insegnare una verità sacrosanta, vi parleremo della scrittura e delle sue infinite possibilità e combinazioni, dell’editing uno sconosciuto birichino, della versatilità della grammatica italiana… insomma una panoramica di tutti gli attrezzi necessari a un aspirante scrittore!

2 commenti:

  1. Bellissimo articolo!! Brava Fabiana!!

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  2. Pur non appartenendo al mondo della scrittura, dall'esterno, posso dire che l'articolo risulta parecchio utile.... Un vero e proprio manuale ricco di consigli e segreti per chi volesse affacciarsi al mondo della scrittura.... BRAVISSIMAAA !!!

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